Cambiamo location restando sempre nel perimetro urbano. Arriviamo a piedi in prossimità dell’Archivio di Stato, in un vicolo sotto casa dello street artist. Qui c’è un’alta concentrazione di sue opere che ritraggono animali.
Qua puoi sperimentare come ti pare?
Sì, loro (i vicini, ndr) sono tranquilli, basta che li avverta.
È il tuo zoo, questo.
Gli animali sono divertenti da fare, sono colorati e se non ho voglia di pensare a quello che faccio, ne faccio uno; tanto ne conosco centomila. Mi piacciono un sacco fin da quando ero ragazzino. Sarei stato un biologo, se non avessi avuto le mie velleità.
Veramente?
Sono uno che si impara il nome in latino degli animali.
Da piccolo guardavi i documentari?
Anche adesso guardo i documentari.
Girando attorno allo stabile, Ob Queberry ci mostra un grande pesce (“C’era un ragazzo che voleva fare un documentario sulle mie cose, l’ho fatto lì per lì”), un gallo blu e ci dà prova delle sue competenze in fatto di zoologia: ecco un otocione (“volpi africane con delle orecchie gigantesche”), il casuario (“un uccello preistorico australiano ancora vivente, vicino al velociraptor”), oltre al più noto babbuino e a una piccola testa di uccello.
Questa testa di uccello è fatta col pennello?
Con il pennarello. Li faccio in pochi minuti, ce ne sono una trentina in giro a Spoleto.
Sempre animali diversi?
Tutti rapaci. Mi ero lasciato con la ragazza (ride, ndr).
Vicino alle opere che raffigurano animali, Ob Queberry ci mostra un muro che ha usato per allestire mostre non autorizzate: esposizioni durante le quali l’artista lascia a disposizione alcuni suoi quadri e chi passa può prenderne uno e portarselo a casa senza spendere un euro.
Quindi sono già due le location per le tue mostre non autorizzate: questa e Monteluco. Hai questi due posti fissi oppure esponi un po’ dove capita?
C’è una mostra non autorizzata anche dentro questa casa abbandonata (indica un locale abbandonato al piano terra di una vecchia abitazione, ndr), fatta sui cartoni della pizza.
Hai altri quadri già pronti da esporre?
Sì. Ho fatto i conti: ho quasi 200 pezzi che non ho ancora né pubblicato, né esposto: disegni, disegnetti, quadri, quadri giganti…