Saliamo ancora sulla collina di Monteluco, appena fuori Spoleto. Ob Queberry ci guida nel bosco, per mostrarci qualcosa che si discosta dalla street art e che lascia intuire la sua versatilità in campo artistico. Si tratta di un’installazione dedicata a una persona molto importante per il suo percorso di formazione e di vita: una riproduzione del salotto di casa di sua nonna, ricreata poco dopo la sua scomparsa con i mobili originali. Un’opera che “non poteva essere in nessun altro posto se non qui e non poteva essere nessun’altra cosa se non quella”. Un lavoro sobrio, immerso nella natura, al punto che lo stesso autore fatica a ritrovare il punto preciso di accesso.
Il salotto è composto da due poltroncine disposte attorno a un tavolino da caffè, su cui sono appoggiati centrini, tazze di porcellana e altri oggetti realmente appartenuti alla donna. Un telefono, alcuni quadri appesi agli alberi e un lungo tappeto steso a terra ricreano un ambiente intimo e protetto nel verde del bosco. Tra le pagine mosse dal vento di un quadernino posato sul tavolo, una chiave di lettura: la scritta Home is where you sip in silence (casa è dove si sorseggia in silenzio, ndt), che è anche il titolo dell’opera.
Per dare ancora più autenticità all’installazione e restituire fedelmente l’atmosfera che si respirava nella stanza, lo street artist ha lasciato nel corso del tempo anche bottiglie di birra e sigarette spente, ma lo spazio è stato costantemente ripulito e risistemato dai visitatori che hanno frainteso la presenza di quegli oggetti.
Magari è qualcuno che pensa “guarda ‘sti vandali che vengono qua…”
Abbandono dei rifiuti, mi hanno detto.
Hai preso i veri mobili di casa di tua nonna?
Sì. Mia nonna è morta mentre avevo il Covid (tra fine dicembre 2021 e inizio gennaio 2022, ndr). Guarito dal Covid sistemo tutto il suo appartamento, c’era una quantità di roba indicibile che non sapevamo dove mettere, né a casa mia, né a casa di mia madre; sarebbe finita in qualche fondo a muffire. Questo (il bosco di Monteluco, ndr) era un posto dove solitamente facevamo i picnic; durante la bella stagione ci si viene parecchio. Mi è venuta in mente questa cosa e l’abbiamo fatta: abbiamo portato su [tutto] con la macchina con un paio d’amici e ho riallestito tutto il salottino com’era a casa sua.
Questo quando è successo?
Tra febbraio e marzo di quest’anno (2022, ndr).
Era la prima installazione di questo genere che facevi?
Così tanto ready-made sì, ma io vorrei farne altre. Ho un sacco di cose, tendo a essere un accumulatore.
Che poltrone microscopiche!
Io le ho odiate per una vita, perché mia nonna non voleva mai che ci sedessimo lì. (Nota degli oggetti mancanti, ndr) C’erano molte più cose: un telefono, il mobiletto…
In questo caso che fai, riassortisci o lasci così com’è?
Una volta fatto, lascio così com’è.
Ti scoccia che tocchino le cose oppure riesci a mantenere un po’ di distanza, nonostante fossero di tua nonna?
Io la mantengo. Mia nonna era gelosissima e ossessionata dalle sue cose, quindi è anche un modo per esorcizzare il suo atteggiamento, però conoscendola so che avrebbe gradito. Lei è stata il mio ministro della cultura e la persona che ha appoggiato di più le mie inclinazioni. Una persona complicata.
Quindi è un omaggio a lei.
Sì. Lei avrebbe apprezzato, sono sicuro. A prescindere dal fatto che le sue adorate poltrone siano state messe brutalmente in mezzo a un bosco (ride, ndr).
Così sono ancora vive, hanno un’altra vita.
Ci si è seduta sicuramente più gente qui negli ultimi quattro mesi che in vent’anni a casa sua (riposiziona alcuni oggetti, ndr).
Però, se rimetti gli oggetti nell’ordine che avevi in testa, un minimo di intervento lo fai.
Nell’ottica di preservare e mantenere l’impostazione dell’opera, sì; poi si sono fregati il telefono, è sparita un po’ di roba, ma non fa niente. Quello che è importante è che qualcosa rimanga; mi piacerebbe arrivare a vedere un po’ di muschio sulle poltrone.
Questa boccetta sul tavolo cos’è?
Profumo. Lei aveva un sacco di profumi vecchi. Mi sono ritrovato casa piena di scatoline, scatolette, libriccini, servizi di porcellana, paperelle… Era una donna di grande classe, con qualche caduta di stile.
I merletti li faceva lei?
Sì, poi ha smesso. Nonna era una donna strana, molto poco tradizionale.
L’installazione sembra aver riscosso successo tra chi ci si è imbattuto casualmente, tanto che è stato pubblicato un articolo su un giornale locale. Da quel momento, qualcuno si prende cura dello spazio periodicamente.
Ogni tanto vengono a fare manutenzione, mi fa piacere. [L’installazione] è venuta fuori recentemente, perché ci hanno scritto un articolo dopo che della gente l’ha scoperta per caso passando in bicicletta. E invece c’era già da tempo. Qui i miei amici vengono a bersi una birra.
Con grande gioia di tua nonna, che apprezza.
Sarebbe stata contenta di vedere ragazzi capelloni sul suo salottino in mezzo al bosco.
Nonostante la natura aleatoria dell’opera (si trova in un luogo del bosco liberamente accessibile, senza alcuna sorveglianza), buona parte dell’installazione è ancora al suo posto dopo mesi.
Forse è una cosa che va a toccare delle corde universali nelle persone.
A parte l’accusa di abbandono dei rifiuti o [un commento tipo] “Questa cosa mi sembra inquietante”, non ho ricevuto pareri particolarmente negativi. Comunque, una buona fetta di persone ritiene che sia tutto molto grottesco e strano quello che faccio, compresi gli uccelli. Io ci provo, a stemperarmi, ma non posso fare i mini pony (animali fantastici protagonisti di un cartone degli anni ’80, ndr).